COVID-19 Guida Medica Clinico-Pratica FADOI

A cura del Gruppo Giovani FADOI

Introduzione

“Lontani, ma troppo vicini”. Questa in estrema sintesi la situazione che appena un mese fa sembrava toccarci solo marginalmente. Il vento della globalizzazione che ha rivoluzionato le nostre società con continui stravolgimenti, regalandoci in particolare la facilità di viaggiare annullando le distanze tra i diversi continenti, alla fine si è trasformato nella tempesta perfetta contro la nostra stessa Civiltà. E l’uomo nuovo, consumista e altamente tecnologico, ha fatto la fine dell’apprendista stregone, perché la globalizzazione gli è sfuggita di mano: in un mondo sempre più piccolo e interconnesso non ci si può isolare a piacimento; se i nostri problemi possono diventare i problemi di tutti, non si può evitare che i problemi del mondo coinvolgano anche noi.

Ecco quanto stiamo vivendo adesso con questa pandemia (perché ormai di pandemia si tratta).

All’inizio del nuovo millennio il premio Nobel Joshua Lederberg parlò della guerra contro i virus dichiarando: “è il nostro ingegno contro i loro geni”. In realtà parliamo di uno squilibrio di forze tra i due nemici: sembra di correre contro un avversario che è sempre un passo avanti e che sempre lo sarà, che lo si voglia o no.

Nella sua storia l’uomo ha saputo rispondere alle crisi (diversamente non saremo sopravvissuti) e per quanto riguarda le epidemie (batteriche o virali che fossero) è stato in grado di produrre vaccini e farmaci, ma questi non sono mai giunti in tempo per fermare quell’epidemia, ma sono giunti quando l’epidemia era ormai sotto controllo. Sono certamente serviti per le successive epidemie, ma intanto il nemico aveva spesso elaborato delle contromisure, modificandosi geneticamente o istaurando delle resistenze. Infatti, tutte le misure introdotte a livello di sanità pubblica in corso di un’epidemia hanno finora prodotto delle soluzioni non permanenti, se si eccettuano rari casi (SARS-CoV-2).

Quali le soluzioni possibili?
La sorveglianza della sindrome unitamente a test virali mirati, l’identificazione dei fattori di rischio per contenere la durata dell’infezione sono provvedimenti necessari, ma non sufficienti. Lo scontro fra uomo e il virus, dove il virus è l’aggressore e l’uomo la vittima, resta una sfida sbilanciata a sfavore dell’uomo, se consideriamo che le nostre migliori menti contro i loro migliori geni non avranno mai le stesse possibilità: il genoma virale ha una capacità di evoluzione dell’1% al giorno. Quindi i virus crescono e si evolvono in maniera nettamente più veloce rispetto alle conoscenze dell’uomo, acquisite faticosamente attraverso infinite ricerche; inoltre la complessità dei nostri organismi diventa un problema per la ricerca di interazioni e risposte ai vari livelli nei confronti del virus.

Non conosciamo il vero motivo per cui questo “vaso di Pandora” si sia scoperchiato negli ultimi tempi; ciò vale soprattutto per i coronavirus, che hanno mostrato un alto tasso di trasmissione e di mortalità, e che sono originati da serbatoi animali (Covid-19, SARS-CoV, MERS-CoV), ma possiamo pensare che abbiano qualche responsabilità i cambiamenti del clima, l’aumento della popolazione, la promiscuità e forse le modificazioni delle nostre abitudini dietetiche.

Pertanto, questa battaglia ancora in fase iniziale fra il nuovo coronavirus Covid-19 e la popolazione umana è solo l’ultima di una guerra infinita; potremo vincere la battaglia solo se ognuno di noi, nel suo microcosmo, farà la sua parte, anche solo attenendosi alle regole igienico comportamentali che sono essenziali per evitare la progressione del contagio. Nell’attesa, ovviamente, del vaccino. Quest’ultimo, non dimentichiamolo, ci farà vincere questa battaglia, non la guerra: la guerra durerà finché ci saranno l’uomo e gli altri esseri viventi su questa Terra (virus e batteri non esclusi).

Fonte:
www.fadoi.org
2020 © FADOI | Società Scientifica di Medicina Interna

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